Una storia lariana tra due secoli.
Centomila passi sulla via del molo con la memoria ritrovata di Vincenzo Bellini. Una storia lariana tra due secoli.
Il segreto del barone è una storia lariana tra due secoli, Ottocento e Novecento, anni di grande fermento politico e musico-letterario.
Il contesto della narrazione: tra patriottismo e sviluppo industriale.
Il Lago di Como, meta ambita per la villeggiatura estiva della borghesia e dei suoi protagonisti, è scosso dai fervori che infiammano le grandi città del nord Italia. Ovunque, infatti, si diffondono gli ideali di patriottismo e di liberazione dagli austriaci.
È anche tempo di innovazioni industriali: le moderne linee ferroviarie agevolano gli spostamenti e l’industria serica decolla grazie ai nuovi metodi per la bachicoltura e la lavorazione della seta.
A fare da fil rouge a tutti i racconti è la musica:
“Ma non c’è solo musica, in questo “racconto” dove tutto è vero, eppure tutto è rivisto dalla fantasia. Ci sono i salotti milanesi, c’è la politica del risorgimento, c’è la vita di donne che per l’epoca danno scandalo, perché non accettano la costrizione di matrimoni combinati e scelgono di andarsene, di vivere la loro vita in libertà, ma non nel disimpegno.“
Vincenzo Bellini, protagonista dell’Ottocento lariano
Il Lario, durante l’Ottocento, è stato teatro del passaggio più o meno breve di molti compositori, ma tra questi uno in particolare deve essere ricordato: Vincenzo Bellini. Giovane talento dalla forte personalità, a Moltrasio, sul nostro lago ha vissuto anni felici insieme alla sua amante Giuditta Turina, sua musa ispiratrice per la Sonnambula. Grazie ai racconti dell’autrice Elvy Sacchi, riusciamo a immaginare Bellini traghettare da Villa Salterio verso Blevio da Giuditta Pasta, interprete prediletta delle sue opere.
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